Isonzo-Medeuzza 3-1

Come al cinema. La trama di questo campionato per l’Isonzo è un film , ben strutturato, con un percorso scenografico e di contenuti degni di una grande scenografia e di una superba regia. Le scene finali , quelle girate ieri pomeriggio con il Medeuzza, iniziano in modo struggente e si concludono con l’apoteosi di un gruppo di protagonisti non celebri e celebrati, ma di una bravura insospettata, fra gli applausi di una platea sincera e convinta. La vittoria era indispensabile anche se gli avversari erano ricolmi di motivazioni e di risorse ancora a disposizione. Tutto però si doveva giocare in novanta minuti e senza rimandi alla prossima, e una fiammata all’inizio c’è stata , ma Trentin in fuga verso il paradiso si allungava troppo l’ultimo tocco consegnando a Galliussi la sfera. Poi sofferenza, tensione, e paura. L’incidente a Baldan e il suo trasporto al pronto soccorso hanno tolto geometrie e tranquillità alla squadra, che non riusciva a ritrovarsi e a esprimere le potenzialità viste in altre occasioni. La velocità di Dilena nei contropiedi creava problemi alla retroguardia sanpierina e dopo il goal su punizione di Sclauzero piombava sul “Furlan” uno strano sentore di tempesta. Notte fonda. Al riposo in svantaggio la tribuna imbandierata mostrava la stessa tensione dei giocatori in campo, le insegne e le sirene mute aspettavano impazienti novità nella ripresa. Cielo cupo invece anche all’inizio, la manovra non riesce a decollare, ma si avvertono i primi segni almeno di una diversa volontà, di provare comunque anche se in maniera disordinata, di ribaltare il verso della gara. Al 26° il primo boato di ressurezione, quando Durì è pronto a mettere in rete una ribattuta del portiere, e a ridare forza fisica e mentale ai compagni. Si ricomincia a vedere velocità sulla fascia, ad arrivare primi sulle palle vaganti a trovare convinzione nei protagonisti. E la giusta gioia del sorpasso al 36° se la godeva Damiano Macor, che batteva il portiere friulano e riportava fra il pubblico biancoazzurro l’entusiasmo della promozione. La squadra era ormai trasformata, la sicurezza dei goals ridava energia all’undici di Veneziano, che sentiva il traguardo ormai prossimo e la fine di un viaggio straordinario. Finiva in gloria anche per Fall , il fantasista di colore che come a Grado all’andata, proprio nei supplementari si involava rubando palla al portiere e depositando in fondo al sacco il terzo gioiello di una parure sofferta, durissima, difficilissima ma voluta e meritata. Le trombe accompagnavano l’invasione in campo del nostro settore giovanile e il sole splendeva e incorniciava il più bel quadro del mondo: giocatori, tecnici e dirigenti avvolti e festanti dai vessilli biancocelesti.